VISIONE DI UN'OPERA

Titolo: Aria Fredda
Autore: Kiara Basile
Inserita: 16/10/2003

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Mi trovavo lì per caso, avevo avuto la curiosità di vedere perché tanta gente si trovasse lì dentro, dentro ad un edificio che, a mio parere, stava cadendo a pezzi.
Appena entrai notai che all’interno lo stabile non era quello che propriamente è definito “un bel posto”, strani quadri raffiguranti donne vestite di bianco tra le braccia di uomini con il viso appoggiato sul loro collo, inquietanti teste di alci erano appese imbalsamate alle pareti e l’ambiente era illuminato da candele. Appena entrai desiderai di uscire da quel luogo. Mi sentivo inquieto e un po’ impaurito, spaventato dai soggetti dei quadri e dalla strana gente che avevo attorno: vecchie donne dalla carnagione spenta e dai capelli grigi, uomini dai visi magri e coperti di cicatrici. Tutti, a mio avviso, stavano guardando me. E mi stavano guardando in un modo alquanto strano, come se non avessero mai visto un borghese in vita loro: mi spiavano da sotto i cappelli abbassati, da dietro i bicchieri alzati in un brindisi e da qualunque posto una persona potesse nascondersi. Mi dissi: “Sciocche fantasticherie di una mente ormai abituata a film di fantascienza e a racconti horror, probabilmente sono solo tue impressioni”, mi sedetti ad un tavolo e ordinai un caffè macchiato a quello che mi sembrava essere il cameriere. Ah, ho dimenticato di dire che a mio parere quel luogo era un cafè. Ad un tratto sentii una corrente di aria fredda sfiorarmi la schiena, mi voltai e vidi una bellissima ragazza vestita di un abito color panna molto scollato e piuttosto sdrucito venire verso di me ancheggiando e guardandomi fisso negli occhi. Arrivata davanti a me, mi si sedette in braccio e cominciò a parlare –Ciao bello-, mi disse, -Ciao- risposi io impacciatamente, lei continuò sicura e sensuale –La domanda che ora più mi assilla è…- disse accarezzandomi il petto –cosa spinge un borghese come te in questo luogo tutt’altro che adatto al tuo rango?-. Nel volgermi questa domanda mi lanciò un’occhiata fulminante, un misto tra sensualità e perfidia, che mi sconvolse fin dentro le midolla, -Curiosità-, risposi io sicuro che non fosse la risposta giusta da darle, -Curiosità?-, domandò lei, -Si-, risposi io. La ragazza, a questo punto, avvicinò il suo viso al mio con fare sensuale, cominciò ad accarezzarmi le spalle, poi scese sulla schiena per passare infine al petto, accostò le sue labbra alle mie e mi baciò.
Il suo bacio sapeva di veleno e di fragole, di fuoco e di ghiaccio. In un momento mi ritrovai a ricambiarla in quello strano bacio, dolce come il bene e provocante come il male. Subito dopo mi ritrovai a danzare attorno ad un fuoco acceso nel mezzo del locale insieme a tutte le altre persone presenti nella stanza quando entrai. Faceva un caldo terribile, mi sembrava che tutte le persone avessero ora un viso deformato, spaventoso, terrorizzante. Vedevo gente con lunghi denti da vampiro, persone ricoperte da lunghi peli e somiglianti più ad animali che ad esseri umani e donne con visi tremendamente alterati, con pallidi occhi fuori delle orbite, mani uncinate e dalla
risata stridula e perfida. La bellissima ragazza che avevo baciato non aveva mutato aspetto, tranne che non indossava più il vestito di prima ma danzava nuda, al centro del locale, avvolta da una fiamma rossa e ardente che ne copriva il corpo. Si slanciava in alto e ancheggiava, sensuale ma spaventosa, terribilmente eccitante ma tremenda. I lunghi capelli neri ondeggiavano e luccicavano alla luce della fiamma, gli occhi scuri mi guardavano in modo sinistro ma invitandomi ad avvicinarmi a lei. Nell’aria risuonava una musica malefica, tempestata di cori in latino, recitanti chissà quali formule, e di terrificanti urla e risate. Per un po’ riuscii a resistere all’invito di quegli occhi ma poi non capii più niente se non il desiderio di andare.
Mi avvicinai lentamente ma con decisione e, quando le fui vicino, cominciai a seguirla nella danza che stava effettuando. Pian piano ci avvicinammo l’uno all’altro e ci ritrovammo a ballare quella diabolica danza stretti l’uno nelle braccia dell’altro. Ci fu un altro bacio tra noi due. Velenoso, perfido, diabolico ma anche passionale, sensuale e terribilmente eccitante. Finito il bacio ne desiderai subito un altro e un altro ancora. Subito capii. Avevo baciato il diavolo ed ora era troppo tardi per togliermi da quella morsa infernale, ero destinato a morire. Una morte tragica e terribile, arso vivo nelle fiamme dell’inferno. Allora sentii il calore della fiamma attorno al diavolo avvolgermi. All’inizio sentii un tiepido fuocherello attorno al mio corpo, poi un bruciante fuoco ardere i miei vestiti e la mia carne. Intanto il diavolo sorrideva, un sorriso felice e perfido, contento e terrorizzante, poi, dalla sua bocca, sentii uscire una leggera risata che si trasformò preso in una risata sinistra e spaventosa. In poco tempo del mio corpo non rimase che cenere e ora io, spettro, mi ritrovo a vagare solo nelle tenebre.

 

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