VISIONE DI UN'OPERA

Titolo: Placida Notte
Autore: Sutrela De Vantah
Inserita: 22/03/03

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Ella cosl soavemente ignora.
Dorme, quieta come questa calda notte dal profumo di
mare. Il mare h qui, placido, incorniciato da questa
finetra aperta, e culla l'argento lunare. Pallido
splendore...
La notte gentilmente penetra questa stanza, oscillando
di silenzio le diafane tende.
Ella dorme.
Sereno il suo nudo sonno.
Onde sparse i suoi neri capelli, accolti da lenzuola
ancora calde del mio corpo, che ora h distante da lei, h
qui: distante.
E l'osserva.
L'osserva la mia pelle, e l'osservano i miei occhi.
La notte par si discosti da me, creando il Vuoto, il Nulla,
eterea sostanza di Niente, profondo abisso di
Incomprensione.
E osservo.
Seduto su di una fredda sedia, avvolto di fredda pelle,
brividi di odio.
Le mie mani sorreggono il mio viso reso pesante dallo
sguardo. Fisso sguardo che squarcia la notte e...
Muscoli contratti, il mio turgido corpo. Non piy ebbro di
piacere, perchh lei ha sottratto anche questo...
( albero pietrificato su un dirupo il mio corpo )
Placidamente giace l'ignara donna.
Ignara di dolori, ignara di privazioni, dea maestosa del
silenzio e di piet`...
Torturatrice delle mie notti di lacrime ma il dolore h
pazzia e questo incendio va soffocato con un respiro
lungo cent'anni.
Notte di silenzio e d'agonia e tu! Sgualdrina di
un'illusione... Assassina di sogni fa' risorgere le mie
speranze con un battesimo di sangue.
Dispiega le tue placide membra per tutta questa notte
colma di profumi come un calice prezioso, ampliati,
fonditi, sconfina in essa! Da' te stessa all'eterno rumore
del mare.
Lascia che queste mani contratte, intorpidite dall'odio si
rigenerino nel tuo caldo sangue.
Bagliore di lama trafigge la notte.
La luna riflette il suo effimero volto nel vile acciaio.
Oh grande acciaio! Lascia che si compia...
Il senso di ruggine del mio corpo m'abbandona e,
sinuoso assassino, calpesto la Notte e il Buio suo
sposo, giungendo al placido giaciglio.
Sospiro caldo profondono le tue narici, pallida dea dei
miei sogni inquieti.
Lascia che ti uccida.
Non sopporto la tua vita.
Languido, il tuo seno tenta la mia passione, ma per
evitare il desiderio, delicatamente trafiggo la tua pelle.
Era bianca...ed ora sangue imperla il tuo seno.
Piccolo dolore, ma il sonno t'avvince.
Dormi amor mio...
Regalami la tua morte come desidero. Almeno.
Altro non resta che giungere al tuo cuore.
Eccolo...
Quante volte ho creduto di scorgervi il riflesso del mio.
Quante volte, ingannato, t'ho donato me stesso.
Lascia che ti uccida...
La musica del coltello che penetra la tua carne, il tuo
ultimo amplesso. Trafitta dal dolore.
Uccisa dal mio amore.

 

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